Andare avanti guardando indietro


Prendete un boccale di birra (che probabilmente è l'inchiostro con cui è stato scritto il libro) ed accomodatevi: scorre che è un piacere! Se siete profani della palla ovale avrete modo di apprenderne i rudimenti, ma se siete già esperti avrete comunque una buona occasione per apprezzarne la filosofia.
I Due Fratelli ci accompagnano in un viaggio nel fango e nella fatica, ed è divertentissimo leggere parole tanto gentili e profonde ed immaginarle scritte da quelle montagne di muscoli con le orecchie a cavolfiore ed il naso storto dalle 'legnate' ricevute. Non si parla solo della vita in campo o degli aneddoti (peraltro spassosissimi) di una intera famiglia di rugbisti, ma di come educare i ragazzi al rispetto di se stessi e delle regole, all'umiltà, al sacrificio e al gioco di squadra. La partecipazione del Dott. Rampin assicura infatti la lettura in chiave psicologica, e fa assurgere il rugby a metafora di vita. 
Sono innegabili i molteplici aspetti positivi di questo sport da gentiluomini, ma sospettiamo che qualsiasi sportivo sarebbe in grado di scrivere pagine altrettanto lusinghiere sulla propria passione (o professione). Tuttavia comprendiamo le esigenze commerciali di questo libro fatto uscire a ridosso del Sei Nazioni, in un Paese dove si vive in funzione del novantesimo minuto: ogni tanto fa bene ascoltare voci che raccontano storie diverse e propongono realtà alternative di sport e divertimento.
Infine, una nota doverosa sulla presenza delle donne nel libro: i fratelli Bergamasco hanno piena coscienza di esercitare un forte appeal sul sesso debole, e ne analizzano con disinvoltura i motivi; uno su tutti: il cuor gentile dietro i muscoli -tanti muscoli-, che permette loro di menarsi botte da orbi per portare in meta la palla ovale, nascosta e protetta nell'incavo del braccio.

Consigliato a chi pensa che la Terra sia sferica.
Consigliato alle donne, per stimolare ottimi sogni.

Andare avanti guardando indietro
Mauro e Mirco Bergamasco con Matteo Rampin
Ponte alle Grazie
Milano 2011
157 pagine

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