Diario di un killer sentimentale


Il facile gioco di parole nel titolo introduce immediatamente alla trama scontata: un killer, abbandonato dalla ragazza proprio mentre si appresta a svolgere l'ennesimo incarico, si trova coinvolto pericolosamente nella vita privata della sua vittima, ed inseguendolo ha l'occasione di ripensare alla propria, di vita, sia sentimentale che lavorativa. Dopo una serie di incidenti di percorso che lo costringono al prepensionamento, ha il coraggio di riprendere in mano la sua esistenza aggrappandosi a ciò che sa fare meglio: uccidere in modo lucido senza lasciare posto ai sentimentalismi di cui sopra.
Il racconto si inquadra alla perfezione nel genere noir, cavalcandone i topos e gli espedienti più classici; resta comunque una storia ben raccontata, degna del Sepùlveda grande narratore che padroneggia  linguaggio e tecnica per condurci in riflessioni e peripezie da un capo all'altro del mondo. Memorabile a tal proposito l'architettura della scena nel bazar turco, con il suo svolgimento perfettamente articolato: sensazioni, sentimenti e azioni sono esaltati dalle descrizioni  degli ambienti e dai tempi saggiamente scanditi.
La lettura è agevole forse anche in virtù della mancata suspense e fa godere al lettore poche piacevoli pagine nella convinzione di non restare deluso: dopo tanti viaggi in aereo e tanti errori commessi, un appostamento sotto la pioggia torrenziale nella torre di un bianco campanile messicano, è davvero l'unica degna fine.

Consigliato a chi ha un pomeriggio libero sotto l'ombrellone.

Diario di un killer sentimentale
Luis Sepùlveda
I libri della domenica
Il Sole 24 ORE
Parma 2011
72 pagine

0 Comments to "Diario di un killer sentimentale"

Posta un commento