Le notti bianche


Nella gloriosa logorrea della letteratura russa, la brevità di questo racconto si colloca come una gemma in castone.
Un incontro casuale tra due giovani porta ad una duplice evasione: da un mondo irreale per lui, da una scialba quotidianità di attesa per lei. Un magistrale crescendo di emozioni conduce al mattino del finale, che determina se le fughe notturne saranno definitive o temporanee.
La trama è minima, lineare. Ciò che avvince è infatti la lotta tenace tra realtà e utopia, tra condivisione e solitudine. I due protagonisti, titanici in ciò che rappresentano, incarnano due possibili stili di vita ma non sono mai contrapposti, bensì intrappolati nella stessa cieca ricerca della felicità.
Più che un dialogo, tra loro corrono due monologhi di un disperato lirismo, intrisi tuttavia di una dolcezza anestetizzante. Il carico di emozioni offerto al lettore, si apre infatti sui piccoli rituali degli appuntamenti, sull'aspettativa degli incontri e sulla poesia del corteggiamento, quasi a suggerire che i semplici gesti di condivisione siano la chiave per uscire dalla solitudine di ogni lotta interiore.

Consigliato ai sognatori inguaribili, come motivo in più per non guarire.
Consigliato ai realisti inguaribili, come motivo in più per non guarire.

Le notti bianche
Feodor Dostoevskij
Oscar Mondadori
Milano 2009
105 pagine

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