Montedidio


Si può facilmente immaginare il motivo del successo di pubblico di questo libricino: poche pagine, poche righe per pagina, frasi sincopate e accattivanti che strizzano l'occhio alle grandi masse di lettori in cerca di emozioni. Se questo è saper scrivere, allora tanto di cappello. Ma se essere un narratore vuol dire proporre una storia che abbia qualcosa da raccontare, con proprietà di stile e personalità, allora evidentemente qualcosa manca a Montedidio.
Non bastavano il bambino lavoratore, il falegname saggio, la madre morta prematuramente, l'ebreo scampato all'olocausto, la ragazzina abusata in cambio dell'affitto, il padre dall'amore ruvido, il vecchio pedofilo (ebbene sì, c'è davvero tutto ciò, tutto insieme), a trasmettere quel trito senso di rivalsa sociale misto a buonismo: la banalità dei personaggi è degnamente affiancata da uno stile adolescenziale fatto di dialetto, anafore e punteggiatura demagogica; nei vostri diari segreti dell'epoca della rabbia giovane troverete probabilmente qualcosa di molto simile. Si potrebbe obiettare che, in effetti, la storia è scritta in prima persona proprio dal protagonista tredicenne, scugnizzo napoletano dal buon cuore, ma anche questa scelta narrativa appare soltanto un inutile carico ad appesantire la trama già piombata e prevedibile.
Si intravede persino una possibile interpretazione di senso in chiave religiosa, ma a quel punto si aprirebbe un baratro di simboli e messaggi criptici non sviluppati e nemmeno troppo originali, la cui accozzaglia fa quasi rabbia per quanto annoia: la disabilità come mezzo di riscatto, tanto per dirne uno (il protagonista ha un occhio buono ed uno che usa solo per guardare il cielo; l'ebreo invece, una gobba da cui escono le ali per volare a Gerusalemme). Insomma, poiché una trama avvincente non c'è, non resta che concentrarsi sui contenuti; peccato che di vangeli ce ne siano già tanti, e scritti meglio.

Consigliato a chi colleziona le frasi dei Baci Perugina: qui le trova tutte.

Montedidio
Erri De Luca
Feltrinelli
Milano 2001
142 pagine

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