Grazie


L'irriverente fantasia di Daniel Pennac si inventa questo piacevolissimo testo teatrale e lo dedica al nostro Stefano Benni, quasi a sancire il patto di somiglianza tra i due nel far ridere e sorridere ma anche pensare. Qui la riflessione è breve e senza grandi pretese: un artista, nel ricevere un riconoscimento alla carriera, è chiamato ad intrattenere il pubblico per almeno 75 minuti, pena la perdita del premio. Anziché leggere un discorso di ringraziamento, si prende però scherzosamente gioco della giuria, del pubblico e soprattutto di se stesso. 
Abilissimo nel tratteggiare il protagonista del micro-copione (portato in scena da Claudio Bisio), Pennac ce lo rende subito simpatico, e ci immedesimiamo nella sua bonaria e sorniona ribellione a quelle regole sociali che ci obbligano a fare riverenza, soprattutto davanti a coloro cui non dobbiamo proprio nulla. Simbolicamente forte, a tal proposito, la scelta di far levare il sipario sul protagonista girato di spalle che si inchina davanti ad un pubblico immaginario, dando così la schiena (e il fondoschiena) al pubblico reale. Un tantino retorica invece la presenza del maestro delle elementari, come personaggio a cui non vuole dare niente e a cui forse deve molto; ma tutti abbiamo il diritto di avere scheletri nell'armadio, e viene il sospetto che queste poche pagine siano più autobiografiche di quanto vogliano far credere (si veda Chagrin d'école).
A proposito di autobiografia infine, un'ultima riflessione sul processo creativo e sul successo: dopo anni passati nell'ombra, il riconoscimento alla carriera viene letto dal protagonista come un invito a farsi da parte; sente così traballare la sua postura artificiosa e rigida tipica di uno che ha una mela in equilibrio sulla testa, ed è qui che dà il meglio di sé in un monologo brillante, impreziosito dal finale amaro e bellissimo che confonde opera, autore, premio e pubblico, con un gioco mirabile di luci e ombre. Il sipario è quasi una salvezza.

Consigliato a chi mi ringrazia per il consiglio.

Grazie
Daniel Pennac
Feltrinelli
Milano 2004
69 pagine

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