Mercure (Mercurio)


L'amore è gioia, l'amore rende liberi. Balle: l'atto amoroso nasce dall'egoismo, dalla voglia di tenere nascosto l'oggetto del proprio desiderio, di proteggerlo dagli sguardi altrui e dal rischio di perderlo. Questo almeno secondo la Nothomb, che con la sua consueta disinvoltura di personaggi e di trame, ci trasporta in un'isola fuori dal tempo e dalla geografia, dove un vecchio tiene prigioniera una ragazza deforme che lui stesso ha strappato dalle braccia della morte; un'infermiera bella e piena di senso pratico viene chiamata dalla terraferma per prendersi cura della piccola sfigurata, e scopre che tra i due c'è un profondo legame che va ben oltre il rapporto di protezione: inizia così ad addentrarsi nei vischiosi meandri mentali e sessuali della loro torbida storia d'amore, dando vita ad un triangolo ricco di spunti letterari, e di richiami alle note più nascoste e vergognose dei sentimenti che ci gloriamo invece di definire puri.
Restando nel tema dell'amore come possesso, vale la pena notare che il bravo vegliardo va oltre la semplice reclusione, e si cura di negare alla ragazza amata il diritto stesso di autocoscienza, privandola dell'uso di specchi o altre superfici riflettenti per renderla inconsapevole della propria immagine; non bisogna lavorare troppo di fantasia per trasportare questo atteggiamento anche sul piano mentale, poiché è chiaro che la ragazza è circuita ed impossibilitata ad allontanarsi dal suo salvatore e torturatore pur essendo libera di farlo, almeno in teoria. Ancora una volta quindi, la Nothomb ci propone la dualità tra amore e male, facendo dell'amante e dell'aguzzino un unico personaggio, causa prima di bene e di male, indispensabile per la protezione che offre, odioso per la prepotenza con cui la esercita. 
Se questo breve romanzo ci ha turbato infine, non è certo per lo stile impeccabile e ironico, né per il finale che -siamo sicuri- sarà in grado di accontentare tutti con la sua disarmante genialità, ma per l'insolenza con cui ci fa mettere in discussione le nostre stesse relazioni amorose, proponendoci un modello lirico di assoluto pari solo ai dialoghi folli di Addio alle armi e di Cime tempestose (ancora un volta, sì), e ricordandoci che ci vuole fegato sia per essere carceriere che per essere degni della prigionia.

Consigliato a chi è in una "relazione aperta", di quelle che vanno di moda adesso.

Mercure
Amélie Nothomb
Le Livre de Poche
Parigi 1998
189 pagine

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