Inés dell'anima mia


Come solo la Allende sa fare, un ritratto di donna che lascia di stucco. Personaggio realmente esistito forte ed irresistibilmente femminile, Inés de Suárez punisce e premia il proprio uomo secondo le di lui scelte, come già avevamo visto fare a Clara nella Casa degli Spiriti. Qui però l'uomo ha un grande ruolo: niente di meno che il conquistador del Cile Pedro de Valdivia, e pertanto fa errori grandi e gesti eclatanti. La vera conquistatrice è comunque lei, Inés, che si è presa il suo amore e ne ha fatto un uomo, il suo uomo. Anche nei lunghi periodi in cui lei gli nega persino la parola, è sempre presente e paradossalmente più rispettata di lui, che porta l'armatura mentre lei lava i panni e cucina per i poveri della città. 
Quello che ci ha colpito tuttavia, sono la profondità e la dolcezza degli affetti che legano i due protagonisti fino al letto di morte: oltre le pittoresche raffigurazioni di lei in battaglia e nella politica, sono di gran lunga superiori e più intense le sue occupazioni intime e private. Non è un caso che il titolo invochi Inés ma sia pronunciato da Pedro, a riassumere la complicità di un amore che, è il caso di dirlo, supera le battaglie.
Un modello di donna fortemente attuale, in cui l'abile destreggiarsi tra dovere e sentimento offre un esempio eclatante e provocatorio a noi che ci riteniamo così emancipate da dover rivendicare in piazza i nostri diritti. L'amore vince su tutto, a quanto pare, altro che quote rosa!

Consigliato alle Suffragette della domenica pomeriggio.

Inés dell'anima mia
Isabel Allende
Feltrinelli
Milano 2006
326 pagine

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